Patologia dell’addormentamento
La clinica delle alterazioni del sonno nel bambino è molto varia. Occorre sottolineare la precocità della manifestazione e la sua intensità. La sua presenza è spesso un segnale di una forte perturbazione nei primi rudimenti dell’organizzazione della personalità. Le patologie del sonno nell’infanzia vanno dalla difficoltà di addormentamento, all’opposizione ad andare a letto, ai rituali per andare a letto, alle fobie di andare aletto, alla vera e propria insonnia.
Fra i disturbi del sonno si distinguono: gli episodi di terrore notturno (pavor nocturnus) in cui il piccolo si sveglia all’improvviso, urlando, con gli occhi stravolti, sudato, non in grado di ragionare, né di riconoscere gli altri; e il sonnambulismo in cui il bambino, durante la notte, si alza, cammina, o ha un’attività complicata, di cui, la mattina, non ricorda nulla al risveglio.
Ritardo mentale
Il ritardo mentale è caratterizzato da un funzionamento intellettuale al di sotto della media che è accompagnato da significative limitazioni anche in altrecapacità di prestazione: comunicazione, cura della persona, vita in famiglia,capacità sociale e interpersonale, uso delle risorse della comunità,autodeterminazione, capacità di funzionamento scolastico, lavoro, tempo libero,salute e sicurezza. Il ritardo mentale può variare di molto in merito allagravità e alla compromissione delle capacità.
Disturbi dell’apprendimento
I disturbi dell’apprendimento vengono diagnosticati quando i risultati ottenuti dal soggetto in test standardizzati su lettura, scrittura, calcolo risultano significativamente al di sotto di quanto previsto in base all’età, istruzione, e livello d’intelligenza. I problemi di apprendimento interferiscono notevolmente con i risultati scolastici e con le attività della vita quotidiano che richiedono tali capacità. I disturbi dell’apprendimento spesso di accompagnano, ad ansia, disistima e deficit delle capacità sociali.
Disturbo delle capacità motorie
La caratteristica principale del disturbo delle capacità motorie è una compromissione dello sviluppo della coordinazione motoria. La diagnosi viene fatta se il disturbo interferisce con l’apprendimento e se non è dovuto ad una condizione medica generale (per es. paralisi cerebrale) o se non è dovuto a un disturbo generalizzato dello sviluppo. Le manifestazioni di questo disturbo variano a seconda delle età e si manifestano con un ritardo nel raggiungimento delle tappe fondamentali dello sviluppo motorio (ad es. gattonare, stare seduti, allacciarsi le scarpe, assemblare puzzle, giocare a palla).
Disturbi della comunicazione
In questi disturbi ad essere compromessa è la capacità linguistica. La comunicazione verbale può essere carente sia, sia come capacità espressiva che di ricezione.
Questi disturbi vanno differenziati: dai disturbi della fonazione caratterizzati da una incapacità di usare i suoni dell’eloquio attesi in base al livello di sviluppo, e adeguati all’età e alla lingua del soggetto; e dalla balbuzie, in cui si presenta un’anomalia del normale fluire e della cadenza dell’eloquio che non risulta adeguato al soggetto. Questa anomalia è caratterizzata da frequenti ripetizioni o prolungamenti di suoni e sillabe.
Disturbi pervasivi dello sviluppo
Sotto questa definizione vengono raggruppati dei disturbi caratterizzati, nella loro relativa diversità e variabilità, da un’alterazione globale delle capacità comunicative, anomalie delle interazioni sociali e per un repertorio ristretto, stereotipato e ripetitivo di interessi e attività. Si presentano anomalie delle interazioni sociali che portano all’isolamento, evitamento dello sguardo, assenza di espressione del viso e scambio della mimica, assenza di linguaggio e scambio tonico. Lo sguardo sembra vuoto, lontano, estraneo. Il linguaggio non è adeguato, se non assente e quando compare è anomalo. Si nota una ipo o iper reattività agli stimoli sensoriali con una ricerca di tali stimoli (far ruotare un oggetto, dondolarsi). Le funzioni intellettive presentano profili eterogenei. Condizioni particolari dei disturbi pervasivi dello sviluppo sono: la sindrome di Asperger, in cui il soggetto presenta un livello intellettivo normale o superiore, ma risulta inadeguato sul piano delle interazioni sociali; i disturbi disintegrativi dell’infanzia, dove dopo un periodo di sviluppo normale, si presenta una regressione nelle acquisizioni e la comparsa di sintomi dell’autismo.
Fondamentale in tutti queste situazioni, un intervento globale che contempli, oltre il trattamento precoce del bambino, anche un supporto psicologico per i genitori.
Disturbi del comportamento
Nella categoria dei disturbi del comportamento confluisce una svariata gamma di condotte socialmente disfunzionali, quali aggressività, impulsività, oppositività e iperattività, che possono caratterizzare il comportamento dei bambini in età prescolare e scolare.Tali problematicità comportamentali talvolta riguardano episodi isolati o delicate fasi evolutive temporanee; tuttavia, in alcuni casi, possono rappresentare il preludio a disturbi psicopatologici successivi.
Le categorie principali dei disturbi del comportamento in età evolutiva e adolescenza sono tre:
La violazione delle regole tende ad essere volontaria, intenzionale e crudele e le statistiche mostrano una correlazione tra disturbo della condotta e delinquenza minorile.
All’interno della classificazione di ADHD si può, a seconda dei casi, distinguere tra situazioni in cui prevale la componente della disattenzione o quella dell’iperattività, ma una certa dose di entrambe deve essere sempre presente per operare una diagnosi in questo senso.
Sebbene i bambini, o i ragazzi, diagnosticati come DOP possano essere verbalmente aggressivi, non si riscontrano comportamenti violenti o distruttivi nei confronti di persone, animali o cose, né episodi di furto o inganno, tipici invece dei Disturbi della Condotta.